Un risparmiatore, difeso dall’Avv. Luca Barone, ottiene la condanna di Poste al pagamento dei rendimenti stampati sul retro di 5 buoni fruttiferi postali Serie Q/P per gli ultimi 10 anni.

Il Tribunale di Isernia, nella persona del Giudice Dott. Filippo Masotta, con Ordinanza ex art. 702 ter c.p.c. del 12 Aprile 2021 ha condannato Poste a pagare 22.500 euro ad un risparmiatore molisano oltre alle spese legali.

La vertenza, in realtà, era iniziata un anno prima. Il cliente si era rivolto all’Arbitro Bancario Finanziario. Pur avendo ottenuto una Decisione favorevole, Poste si era rifiutata di pagare. Da qui il Ricorso in Tribunale affidato all’Avv. Luca Barone.

Come noto, la questione del contendere riguarda la corretta liquidazione dei Buoni apparteneneti alla Serie Q/P. Per questa tipologia di buoni, Poste ha ritenuto di dover utilizzare il cartaceo di buoni appartenenti originariamente alla Serie P. Tuttavia il timbro modificativo contenenti i nuovi ed inferiori tassi previsti dal D.M. 13/06//1986 modifica solo i primi 20 anni.

Per il periodo dal 21° al 30° anno, invece, le uniche indicazioni sulle quali si è perfezionato il vincolo contrattuale tra le parti, e sulle quali il risparmiatore ha valutato la convenienza dell’operazione, sono rimaste quelle stampate originariamente sul titolo e nello specifico “più Lire ***** per ogni successivo bimestre maturato fino al 31 dicembre del 30 anno solare successivo a quello di emissione”.

Poste Italiane al momento dell’incasso liquidava un importo inferiore (quasi il 50% in meno), sostenendo che anche per gli ultimi 10 anni si dovessero trovare applicazione tassi che però non erano riportati sul buono.

Ebbene, dopo l’ABF anche il Tribunale di Isernia riconosce l’errore di Poste nell’apposizione dei timbri e tutela il legittimo affidamento del risparmiatore ad ottenere i rendimenti stampati sul titolo.

Tribunale condanna Poste Serie Q/P

Si tratta di una Sentenza che contiene spunti interessanti, soprattutto per quanto riguarda la corretta interpretazione Sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite n. 3963 dell’11/02/2019.

Tale ultimo arresto è stato richiamato più volte da Poste per sostentere la correttezza del proprio operato, ma come affermato dal ricorrente, il richiamo è fuorviante. In quella fattispece i buoni erano stati emessi prima del Decreto Ministeriale del 13/06/1986. Al contrario i Buoni della Serie Q/P sono stati emessi dopi il D.M. 86, pertanto non si è registrata alcuna variazione successiva.

Ad ogni modo, si tratta una Sentenza che da fiducia ai risparmiatori nel contenzioso contro Poste.

Si segnalano, sull’argomento, altre due importanti pronunce ottenute dallo studio sul Tribunale di Genova e sul Tribunale di Ivrea (clicca sul link per approfondire).

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