Segnaliamo una importante pronuncia ottenuta dallo studio, per un nostro cliente.
L’Arbitro Bancario Finanziario Collegio di Milano, con Decisione n. 1599 del 06 Febbraio 2024, ha condannato un primario Istituto di Credito al pagamento della complessiva somma di €.12.000, a titolo di risarcimento danni.
All’esito della attività istruttoria è stata accertata la responsabilità della Banca per aver omesso i dovuti controlli al momento della negoziazione di un assegno circolare, successivamente risultato falso/contraffatto.
La Vicenda
Mario pubblica online su un noto portale un annuncio con il quale mette in vendita il suo migliore orologio, marca “Rolex”, al prezzo di €.12.500,00.
Nei giorni seguenti, Mario viene contattato su Whatsapp da un potenziale acquirente che si mostra interessato ad acquistare l’orologio. Dopo una breve trattativa, i due si accordano per il prezzo di €.12.000,00.
Ma qui scatta la Truffa. Il compratore propone di pagare l’orologio con un assegno circolare, modalità che lui reputa estremamente sicura (… i soldi sono sul titolo, cosa può mai succedere ?….), talmente sicura che l’acquirente (o meglio il truffatore) propone di scambiare l’assegno e l’orologio direttamente presso la banca di Mario (quale soggetto si presenterebbe nei locali della banca con una assegni falso rischiando di essere scoperto ?).
E allora ci siamo. Mario e l’acquirente si danno appuntamento presso la Banca di Mario che, prima di entrare si fa dare la copia di un documento di identità dell’acquirente (la prudenza non è mai troppa…).
Entrati nella Banca, l’acquirente consegna materialmente all’impiegata della banca l’assegno circolare già compilato ed intestato a Mario. L’impiegata guarda l’assegno, lo mette in controluce, lo scruta. E’ tutto apposto.
Ma Mario non è ancora convinto, chiede di controllare meglio. L’impiegata allora, per essere proprio tranquilla chiama la Banca dove è stato emesso l’assegno. Terminati tutti i controlli l’impiegata rassicura nuovamente Mario sulla regolarità del titolo e versa l’assegno sul conto corrente. Solo a questo punto , Mario ormai certo dell’effettivo incasso, consegna al compratore l’orologio precedentemente pattuito.
Qualche giorno dopo, tuttavia, l’amara – amarissima – sorpresa. Mario viene contattato dalla Banca: l’assegno era risultato falso/contraffatto/clonato con conseguente storno della somma in precedenza accreditata.
L’intervento del nostro studio.
Quando Mario si è rivolto allo studio era disperato. Senza orologio e senza soldi. Ma Mario ce l’aveva con la sua banca, si era affidato a loro per controllare l’assegno. Aveva capito che qualcosa non aveva funzionato.
Ebbene, dopo una fase di studio dei documenti abbiamo detto a Mario due cose:
- Dal procedimento penale non avrebbe ricavato nulla. Anche se il truffatore fosse stato individuato e condannato, con ogni probabilità sarebbe risultato soggetto nullatenente.
- L’unico modo per ottenere i soldi persi era quello di agire contro la Banca, ovviamente solo dopo aver valutato eventuali responsabilità nella fase di negoziazione dell’assegno.
Ebbene, la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di capire se la Banca potesse accorgersi della falsità dell’assegno.
La risposta a questo primo (e fondamentale) quesito è stata positiva: SI la banca poteva (doveva) accorgersi che l’assegno portato all’incasso era falso/contratto.
Quella sopra riportata è esattamente la foto dell’assegno poi risultato falso/contraffatto.
Ebbene, a nostro avviso un occhio attento – come quello di un impiegato di banca abituato a visionare quotidianamente assegni – avrebbe dovuto accorgersi della contraffazione.
Il titolo infatti, presenza chiari indizi di irregolarità, tra cui la difformità rispetto alle regole previste dalla Circolare ABI n. 12 del 4 luglio 2018
Dopo questa fase di studio, avevamo due scelte.
- Avviare un giudizio ordinario in Tribunale
- Avviare un ricorso innanzi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF).
La scelta, dopo una attenta analisi, è caduta sull’Arbitro bancario Finanziario (Non sempre però questa si rivela la scelta migliore. Ci sono tantissime variabili da considerare).
Pertanto, dopo l’invio del reclamo e dello scontato riscontro negativo da parte della Banca, è stato depositato il ricorso.
La decisione dell’Arbitro Bancario Finanziario
L’ABF Collegio di Milano, con Decisione n. 1599 del 06 Febbraio 2024, ha accolto totalmente le nostre tesi difensive ed ha condannato la Banca al pagamento della complessiva somma di €.12.000, a titolo di risarcimento danni.
Il Collegio, in particolare, ha osservato come “… l’intermediario resistente, negoziatore del titolo contraffatto, nel rispetto del canone della diligenza professionale, avrebbe dovuto quanto meno ottenere una conferma scritta da parte della banca emittente e avrebbe dovuto altresì identificare con modalità più sicure il funzionario che forniva il “bene emissione”, e ciò ancor più alla luce del fatto che lo strumento di pagamento in questione è in effetti oggetto di molteplici e sempre più articolate e raffinate attività truffaldine [….] Pertanto, il Collegio ritiene che l’intermediario resistente abbia agito con grave negligenza posto che incorre in responsabilità la banca negoziatrice che non pone in essere le cautele sopra indicate, necessarie a ridurre il rischio di frode, e si limiti, invece, alla mera richiesta telefonica del “bene emissione”, laddove, secondo quanto suggerito anche dal Collegio di coordinamento di questo Arbitro, la certificazione del bene emissione dell’assegno circolare a cura dell’intermediario negoziatore è sufficiente a ingenerare nel cliente un legittimo affidamento rispetto alla bontà dell’assegno cui consegue una responsabilità dell’intermediario (ABF- Coll. coord. n. 7283 del 2018; nello stesso senso, anche ABF-Coll. Bologna n. 14677 del 2018; Coll. Milano n. 22206 del 2019), da ciò derivando che nel caso in cui il titolo si riveli successivamente falso l’intermediario sarà per ciò stesso tenuto a rispondere dei danni subiti dal cliente“.
in Conclusione l’ABF ha così statuito :
Sei rimasto vittima di una truffa con assegno circolare ?
Se sei rimasto vittima di una truffa con tale modalità di pagamento la cosa fondamentale è affidarsi – sin da subito – a professionisti specializzati che sappiano valutare il tuo caso specifico e consigliarti la migliore strategia.
Facendo da solo oppure affidanti a professionisti che non hanno mai trattato casi simili rischi di commettere degli errori che potrebbero pregiudicare il recupero della somma andata perduta.
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[Chi è Luca Barone ?]
E’ un Avvocato che parte dal Foro di Cosenza ma grazie a internet arriva in tutta Italia, senza nessuna limitazione.
Cosa fa ? in teoria fornisce soluzioni legali a consumatori e ad imprese che hanno problemi intricati con Banche, finanziarie e società di riscossione. In pratica risolve problemi ed elimina dubbi, paure ed incertezze [ cioè tutte quelle cose che Google da solo non può fare ]
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